Lui è Alessio. Vive a Serramanna, in Sardegna. Ha 14 anni. Sale in moto, sgasa per le vie, si immerge nella natura. Si sente libero da tutto. Alessio ha un sogno, girare il mondo con la sua moto, arrivare Capo Nord. Cresce, finisce l’Istituto nautico, lavora sulle navi da crociera, è primo ufficiale di sala macchine. Viaggia quasi tutto l’anno, guadagna bene, ma ogni tanto pensa alla sua moto. È il 2018. Alessio riesce finalmente a organizzare il viaggio dei suoi sogni, un giro del mondo in versione ridotta, non vede l’ora. È la mattina della partenza. Alessio si sente strano, ha un fastidioso formicolio in tutto il corpo. Rinvia tutto e va in ospedale. Lo ricoverano subito, fa esami su esami finché sente due maledette parole. Sclerosi multipla. Il mondo si ferma. Ma quale viaggio, quali sogni, la mia vita è finita! Alessio piange, davanti a sé vede una strada buia, incerta. Passa qualche tempo. Alessio è in ospedale per la terapia, al suo fianco c’è una signora. Sino a tre mesi fa correvo, ora sono ridotta in sedia a rotelle. Alessio ha i brividi. Quelle parole entrano dentro, smuovono qualcosa. È vero, non sa come sarà il domani, ma oggi è vivo. E vuole vivere. Non ascolta se o ma. Prepara la moto e parte. Sfreccia per le strade, si lascia problemi e paure alle spalle. Gusta l’aria fresca sul viso, gli odori, i rumori. Il viaggio. Alessio attraversa sedici paesi, percorre ventimila chilometri, e raggiunge finalmente Capo Nord. Spalanca le braccia. Ha raggiunto la meta, eppure sente che il suo viaggio è appena iniziato. Non sapeva come avrebbe reagito alla fatica, al caldo, allo stress. Se si fosse fermato a pensarci, forse non sarebbe partito. Invece ha scoperto che riesce a percorrere anche cento chilometri di fila, che viaggiare solo non lo spaventa, e che appena monta in sella esiste il presente e nient’altro. Oggi Alessio ha 37 anni, si sta preparando al prossimo viaggio. La voglia di continuare a correre è più forte di tutto.